venerdì 13 aprile 2018

Recensione; "Gli ultimi giorni dei nostri padri" di Joël Dicker

Buon giorno amici lettori!
Dopo un intera giornata sprecata per la misteriosa impossibilità di eccedere al pannello del blog (cosa che mi ha causato parecchi problemi a livello nervoso, non che il ritorno della mia cara gastrite) eccomi di ritorno con una nuova recensione; quella che riguarda l'esordio dell'autore rivelazione 2016  Joël Dicker, "Gli ultimi giorni dei nostri padri".
Visto il già terribile ritardo non mi trattengo oltre e direi di iniziare

Titolo: Gli ultimi giorni dei nostri padri
Autore: Joël Dicker

Paese: Svizzera
Titolo originale: Les Derniers Jours de Nos Pères

Genere: Romanzo storico
Pagine: 462
Prima pubblicazione: 2011
Casa editrice italiana: Bompiani
Anno edizione: 2015
Prezzo di copertina: 20 euro copertina flessibile, disponibile anche con diversa copertina
Ebook: 6.99 euro 
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Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale la SOE (Special Operations Executive), il misterioso gruppo di servizi segreti britannici, ingaggia tra le sue file un nuovo gruppo di giovanissime reclute francesi ed inglesi, scelti per essere addestrati a compiere pericolose missioni di sabotaggio propaganda e studio dei punti strategici per colpire il nemico, tra loro c'è anche Laura, giovane inglese che nasconde la sua vera decisione alla famiglia, fingendo di far parte di un gruppo femminile di volontarie; tra loro c'è anche Gros, un ragazzone dall'animo buono, convinto che nessuno potrà mai arrivare ad amarlo; tra loro c'è anche Stanislav, ex pilota ferito in guerra, destinato ad essere per quei ragazzi come un secondo padre, e tra loro c'è anche Pal, che per servire il suo paese ha dovuto lasciare Parigi e suo padre, a cui non resterà altro che aspettarlo per tutta la vita. Questa è la loro storia.

"Gli ultimi giorni dei nostri padri" è il primo vero romanzo che ha dato vita alla carriera letteraria dello scrittore svizzero Joël Dicker, diventato celebre per il meraviglioso best seller "La verità sul caso Harry Quebert".
Dopo essere stata conquistata dalla sua opera più famosa ed essere stata un po' delusa dal suo "seguito" "Il caso dei Baltimore", non potevo resistere alla tentazione di scoprire l'altra opera di sua produzione e farmi un opinione al riguardo.
Inanzi tutto ci troviamo di fronte ad un cambio repentino di stile e approdiamo in un romanzo storico che fin da subito mostra un grande lavoro di ricerca e di studio sia per quanto riguarda l'ambientazione storica sia, soprattutto, per il SOE, gruppo di servizi segreti britannici realmente esistito e creato appositamente per ricercare  giovani e coraggiose reclute in territorio francese ed inglese ed addestrarli ad agire nell'ombra per cercare di colpire il nemico nei suoi punti deboli.
Joël Dicker ci mostra un quadro veramente dettagliato di questo gruppo e del suo operato, inventandosi una storia che appare indissolubilmente ai fatti e le tragedie che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale.
La storia è scritta in terza persona ma vista attraverso gli occhi di questo gruppo di soldati, il vero punto forte di tutta la storia; i personaggi sono tutti reali, veri e (chi più chi me) caratterizzati in modo da esprimere a pieno tutto l'ampio spettro di anime e pensieri che componevano la realtà del periodo; appare davvero difficile non affezionarsi a Claude, il giovane uscito dal seminario per servire il suo Paese, e soprattutto a Gros, il ragazzone dal cuore grande che con la sua positività riesce a resistere a tutto il dolore che lo circonda. Anche in questo caso Dicker dimostra uno spiccato stile romantico, l'amore infatti è molto presente sia per quanto riguarda la storia tra Laura e Pal, sia per l'attaccamento di quest'ultimo nei confronti del padre, rapporto sul quale si base tutto l'intero libro.
Splendida la rappresentazione dei sentimenti dei personaggi, attraverso frasi e terminologie quasi poetiche e sempre eccellente lo stile di scrittura che rende un libro, anche in questo caso, dal numero di pagine massiccio, talmente scorrevole da essere letto nel giro di un paio di giorni.
Nonostante tutte queste caratteristiche positive però, anche in questo caso il libro non riesce del tutto a convincermi, è una lettura senza dubbio piacevole ma che ci mette un po' a prendere quota e che non regge assolutamente il confronto con il ritmo narrativo e la struttura di un opera come "La verità sul caso Harry Quebert". 
Joël Dicker, seppur essendo un valido autore, sempre risentire l'effetto che capita a molti scrittori dopo aver scritto un capolavoro, ma questa impressione può sempre essere sfatata, magari con il nuovissimo libro, in arrivo in libreria il 10 Maggio. Io attendo, e voi?

Voto: 7

Frase: "Pal, Key e tutti gli altri, anche l'orfano Grenouille, erano i figli maledetti, gli uomini più soli del mondo. Erano andati in guerra e si erano congedati malamente dai loro padri. Ormai c'era solo l vuoto nel profondo delle loro anime. E nella notte scozzese, nell'oscurità di una piccola stanza che puzzava di muffa, Pal e Key erano scossi dal rimpianto. Insieme. Amaramente. Perchè forse avevano già vissuto gli ultimi giorni dei loro padri".


Joël Dicker è nato il 16 giugno 1985 a Ginevra, nella zona francofona della Svizzera.
Di origine russa ed ebraica, è figlio di una bibliotecaria e di un insegnate di francese e per un periodo frequenta la scuola di recitazione Drama School in Cours Florent a Parigi prima di tornare a Ginevra e laurearsi in legge. La sua carriera letteraria inizia nel 2005 con la pubblicazione del piccolo romanzo "La tigre", ma decolla solo nel 2011 con l'uscita del suo primo romanzo "Gli ultimi giorni dei nostri padri". Il successo mondiale arriva nel 2012 con la pubblicazione del thriller best seller "La verità sul caso Harry Quebert". Di sua pubblicazione anche "Il caso dei Baltimore", il secondo thriller con protagonista lo scrittore Marcus Goldman.

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