lunedì 27 novembre 2017

Recensione; "Una casa alla fine del mondo" di Michael Cunningham

Ben ritrovati cari amici lettori!
Il weekend è stato veramente molto ricco, soprattutto per via del meraviglioso Black Friday e degli sconti a cui non ho saputo resistere, in special modo per libri e DVD, ma è giunto lunedì ed è ora di rimettersi in moto.
Per farlo, ovviamente, inizio parlandovi della mia ultima lettura, che ho concluso proprio sabato.
Ho conosciuto questo libro grazie ad uno dei miei attori preferiti; Colin Farrell!
Dovete sapere che per l'Irlandese io provo un amore spassionato ed incondizionato che va avanti da diversi anni (ho persino un tatuaggio in parte dedicato a lui e alla sua bellissima terra) e nella sua filmografia c'è anche la pellicola tratta da questo libro.
"Una casa alla fine del mondo" è senza dubbio uno dei suoi film che ho amato di più e per molto tempo ho desiderato poter leggere il libro di Michael Cunningham.
Lo scorso Natale, grazie ad una bellissima iniziativa, un'amica lettrice me lo ha regalo e finalmente negli scorsi giorni ho avuto modo di leggerlo.
Devo ammettere, però, mio malgrado non mi ha deliziato come pensavo..


Titolo: Una casa alla fine del mondo
Autore: Michael Cunningham
Paese: Stati Uniti
Titolo originale: A home at the end of the world
Genere: Romanzo
Pagine: 368
Casa editrice: Bompiani
Anno di pubblicazione: 1990
Prezzo di copertina: 12 euro copertina flessibile
Ebook: 7.99 euro

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Jonathan e Bobby si incontrano da bambini, un giorno come tanti nella città statunitense di Cleveland. Non potrebbero essere più diversi; uno biondo, esile e dai modi delicati, arrivato da una famiglia in cui non è successo mai nulla di brutto e che preferisce l'estetica alla verità; l'altro moro, dal fisico muscoloso e aitante, impossibilitato a vivere nella realtà e, dopo le tragedie che hanno segnato la sua vita (prima il terribile incidente che ha causato la morte del fratello, poi il suicidio della madre) terrorizzato dall'idea di ritrovarsi solo.
Dapprima diventano amici, passano insieme intere giornate a riflettere e ascoltare musica, condividono tutto, sperimentano la loro sessualità, poi si tramutano in fratelli quando Bobby, rimasto orfano, viene adottato dai genitori di Jonathan, dove passa diversi anni mentre quest'ultimo continua i suoi studi a New York e, dopo alcune classiche incomprensioni, si ritrovano e iniziano a vivere insieme prima in un appartamento a New York e poi nelle campagne a pochi chilometri da Woodstock, dove, insieme alla pittoresca e complicata Claire creano una vera e propria strana famiglia, legata da un amore profondo che esce fuori da ogni possibile confine.
A raccontare, i personaggi principali; Jonathan, Bobby, Claire e Alice (la mamma di Jonathan), che uno alla volta raccontano nel profondo le loro delicate e intime storie di vita.


La cosa che mi ha subito affascinato di questa storia e senza alcun dubbio il rapporto tra Bobby e Jonathan. Le storie LGBT mi sono sempre state molto a cuore, ma in questo caso si va ben oltre questo argomento. Il rapporto tra i due uomini, infatti, non è propriamente una storia di amore gay, è una storia di amore, un amore profondo, concreto e radicale tra due persone che hanno deciso di annullarsi donando ogni singola parte di sé all'altro, scegliendolo come compagno di vita.
Spesso nel libro i personaggi si chiedono per quale motivo non riescano ad amare nel modo che ci si aspetta da loro e infine la risposta appare essere sempre la stessa; hanno già imparato ad amare, e hanno scelto un tipo d'amore che la maggior parte delle persone comini non è in grado di provare.
Il vero punto forte di questo romanzo sono proprio i personaggi, i due protagonisti maschili, ma anche le due donne della storia, Claire e Alice. 
Alice accetta di passare la vita con un uomo che non ama e che forse non ha mai amato, riscoprendo il vero lato di sé stessa solo quando lui se ne sarà andato; Claire invece passa la sua vita alla ricerca di qualcosa che nemmeno lei sa prima di scoprirsi ad amare due uomini ben più giovani di lei, allo stesso modo, e decidere con loro di crearsi una famiglia in una casa lontano da qualsiasi accusa o pregiudizio. Due donne che sembrano distanti ma che se rivelano estremamente simili, per inclinazioni, pensieri personali e scelte di vita.
Se devo esprimere un mio modesto parere c'è solo uno dei personaggi che mi è stato veramente a cuore per tutta la durata della lettura, e questo è Bobby, ragazzone un po' stupido, patito dei grandi musicisti rock, così insolito nella sua unicità e stranezza. Bobby è un essere talmente strano che più volte gli altri personaggi si chiedano se non venga davvero da un'altra dimensione. Per tutto il libro è l'unico a mostrare esattamente i suoi sentimenti, senza nascondere nulla. Dimostra il suo amore incondizionato senza farsi alcun tipo di pensiero, si adopera continuamente per gli altri, trasformandosi alle volte proprio per dare a chi ama esattamente ciò di cui hanno bisogno, e questo tutto per combattere la sua immensa paura, un timore che ognuno di noi proviamo, quella di rimanere solo. Soprattutto, è l'unico a non avere il minimo ripensamento riguardo alla vita che ha scelto di vivere. Jonathan e Claire si domandano continuamente cosa stanno facendo, si rendono conto di quanto folle sia il loro legame e scappano lottando contro questo desiderio; Bobby no, e questo fa di lui il personaggio sicuramente più coraggioso e più rispettoso del suo vero essere.
Il fatto che nel film sia interpretato proprio da Colin è solo un fattore in più, lo avrei amato in ogni caso, credetemi! 
Detto questo, ho trovato la lettura decisamente profonda e molto interessante nella scoperta dell'intimo dei personaggi, ho apprezzato moltissimo il modo in cui sono stati affrontati alcuni argomenti decisamente difficili come la morte e l'Aids, trattati delicatamente e  con una poeticità unica. Come ho anticipato prima però mi aspettavo di essere travolta dalle pagine ben più di quanto è avvenuto, se all'inizio era decisamente piacevole scoprire i lati non sviluppati dei personaggi che avevo conosciuto attraverso il film, alla fine ho provato un po' di fatica a concludere la lettura, forse proprio perché conoscevo già la conclusione, forse per una lieve lentezza sviluppata durante la narrazione. 
Vi consiglio di avvicinarvi a questa storia che merita sicuramente di essere conosciuta, tenendo presente anche il film che vi invito caldamente a vedere e di cui vi parlerò più nello specifico, confrontandolo con il libro nella rubrica "Dal libro al film" che uscirà nel corso della settimana.


Voto: 7


Michael Cunningham nasce a Cincinnati il 6 novembre 1952.
Famoso per il romanzo "Le ore" da cui è stato creato un celebre film, è vincitore del prestigioso premio Pulitzer per la narrativa. 
È autore di diversi romanzi in cui è molto importante la tematica omosessuale; "Carne e sangue", "Dove la terra finisce", "Giorni memorabili", "Al limite della notte", "La regina delle nevi" e "Un cigno selvatico".

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