martedì 14 novembre 2017

Recensione; "L'anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione" di Ezio Mauro

La Storia è sempre stata una delle mie grandi passioni.
Amo il romanzi storici e quelli che si basano su fatti realmente accaduti e spesso mi capita di leggere anche alcuni saggi, anche se non sono propriamente il mio genere di letture.
Quello di cui vi voglio parlare oggi l'ho conosciuto in versione audiolibro grazie a Thrillernord e, trovando nella pillola datami da ascoltare per la rubrica di mia cura una profonda passione e voglia di raccontare la realtà, non sono riuscita a resistere alla tentazione e sono corsa a comprare la versione cartacea. Ecco il mio personale commento.


Titolo: L'anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione
Autore: Ezio Mauro
Paese: Italia
Genere: Saggio
Pagine: 241
Casa editrice: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo di copertina: 18 euro copertina rigida
Ebook: 9,99 euro

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Ezio Mauro, direttore di Repubblica dal 1996 al 2016, in questo suo saggio pubblicato da Feltrinelli ci porta a conoscere un Paese che gli è rimasto nel cuore, la Russia, parlandoci, attraverso le testimonianze raccolte dal vivo nel suo viaggio a San Pietroburgo, delle rivoluzioni che hanno segnato le sorti del paese e della storia mondiale.
Si parte con il regno dello zar Nikolaj II della dinastia reale dei Romanov e di sua moglie, la zarina Aleksandra, tedesca e dal forte carattere, indigesta al popolo proprio in quegli anni impegna nel conflitto con il suo paese di origine, un regno destinato a finire in miserie grazie anche ai cattivi consigli del “monaco nero” Rasputin, un modesto contadino diventato pian piano uno degli uomini più potenti di Russia, si giunge poi al governo di Aleksandr Karenskij, il primo ministro dopo la caduta della monarchia in seguito alla rivolta popolare, caratterizzato da un clima di rivoluzioni, fame e scontri sanguinosi, fino ad arrivare all'ascesa di Lenin e il suo braccio destro Trotzskij, tornati dall'esilio per affermarsi al potere e concludersi infine con il terribile sterminio della famiglia da cui questo libro era iniziato.


Lettura impegnata e impegnativa, tipica dei saggi e dei romanzi storici che non vengono tramutati in fiction ma che si basano su fatti e testimonianza realmente esistite; richiede nel lettore tutta la concentrazione possibile, e sinceramente anche io più volte ho dovuto fermarmi e rileggere da capo alcune pagine per riuscire a comprendere davvero ciò che vuole raccontare.
Un piacevole manifesto della Storia del secolo scorso, scritta in maniera appassionata da un giornalista che ha fatto di questo argomento il perno della sua carriera, e che riporta fedelmente i più importanti avvenimenti di questo particolare e affascinante periodo storico.
Da ragazza appratente a quella generazione cresciuta con il cartone animato "Anastasia", ho sempre provato una forte attrazione per la famiglia dei Romanov, i reali decaduti e poi orribilmente decimati, e ho trovato molto interessante in special modo la parte che li riguarda, le vicende di un famiglia, il ruolo di Nikolaj, della zarina Aleksandra e soprattutto dell’oscuro Rasputin, colui a decidere in primo luogo il loro destino.
Molto belle le foto e tutta la parte finale con i riferimenti, le cronologie e l’albero genealogico degli zar di Russia, all’inizio dell’opera vengono anche citati alcuni libri sulla dinastia che di certo non esiterò a cercare per approfondire un po' la loro storia.
Consiglio questa lettura a tutti gli amanti dei saggi storici e in particolar modo a chi ama questo particolare periodo storico.


Voto: 7



Frase: "Le due anime travagliate formano insieme Pietrogrado, splendida e terribile nella brace ardente di quei giorni, ultima capitale dell’impero zarista, prima capitale della rivoluzione, eterna capitale simbolica di ogni fine e di tutti gli inizi"



Ezio Mauro nasce a Dronero il 24 ottobre 1948.
Inizia a lavorare come giornalista per la Gazzetta del Popolo di Torino nel 1972, occupandosi principalmente del terrorismo nero degli anni di piombo.
Direttore di La Stampa dal 1992 al 1996, passa poi tra le file di Repubblica per cui prima lavora come inviato da Mosca e poi diventa direttore, carica che mantiene dal 1996 al 2016.
Oltre a "L'anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione" ha collaborato con Zygmunt Bauman nella scrittura di "La felicità della democrazia. Un dialogo" e "Babel".

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